L'insostenibile legittimità di Israele

Da DEI RICCHI.
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Agli Israeliani in questo momento si sta accodando una fetta dell’opinione pubblica favorevole alla “punizione definitiva” di Hamas e dei Palestinesi. Spesso i ragionamenti si fondano sul diritto di Israele di esistere e quindi difendersi come Stato, basato su una legittimità storica che non trova però unanimi neanche gli studiosi. Bastano poche semplici nozioni per ribaltare le opinioni che passano così martellanti sui mass media.

Chi sono gli Ebrei?

Le definizioni esatte di una realtà umana sono materialmente impossibili, ma con il termine di Ebrei si incorre in ancor più contraddizioni. Infatti, dal punto di vista genealogico, è errato riferirsi al popolo ebraico solo a partire dalle famose dodici tribù. Esse infatti prendono i nomi dai figli di Giacobbe il quale a sua volta era nipote di Abramo che è il vero primo ebreo nominato nella Bibbia (Genesi 14:13).

Ma se Abramo era “un ebreo” lo saranno stati anche i suoi fratelli (Naor e Caran sono quelli nominati) e ovviamente i figli. Solo che tra questi non vi è solo Isacco, padre di Giacobbe, ma anche Ismaele da cui sarebbero derivati gli Arabi in cui scorrerebbe altro sangue ebraico (!). Sia quel che sia (la storicità della narrazione biblica è continuamente oggetto di discussione), il popolo ebraico dell’epoca non era certamente coeso visto che tra i discendenti di Abramo sorgevano sempre sanguinose guerre.

Apparente sinonimo di ebreo è "israelita", che troviamo come "secondo nome" affibbiato direttamente da Dio a Giacobbe (Genesi 32:31). Tra i suoi figli compare il primo Giuda che darà il nome all’omonima tribù ma anche ad una prefettura dell'Impero romano.

Pure tra i figli di Giacobbe si perpetuano le faide interne, tanto che ad un certo punto il regno che avevano instaurato nella Terra promessa si divise in due, Giuda e Israele, e verrà poi sottomesso dai Babilonesi.

Terra, terra!

Una volta conquistata la Terra promessa, le differenziazioni all’interno della discendenza di Abramo si leggono anche tramite i luoghi in cui le varie tribù si stanziarono. Così al tempo di Gesù venivano nominati i Giudei, i Galilei, i Samaritani, gli Idumei, abitanti dei rispettivi territori (Giudea, Galilea, Samaria, Idumea). Ma tutti questi formavano forse uno Stato di Israele? No, perché, come si può dimostrare nei luoghi percorsi da Gesù si ricordano solo due regioni, la Giudea e la Palestina, i cui limiti territoriali non erano quelli che conosciamo oggi: il confine settentrionale di entrambe si inoltrava addirittura all'interno dell'attuale Turchia, e la Palestina era molto più ampia di quella moderna.

La geografia modernamente spacciata come antica non è quella originale ma frutto di testi medievali redatti da copisti al soldo della Chiesa. E di uno Stato di Israele non vi è alcuna traccia.

La religione non è uguale per tutti

Neanche i dettami religiosi erano seguiti in modo pedissequo da tutti. Il Vecchio Testamento è una ripetuta reprimenda di Dio contro quelli del “popolo eletto” che non obbedivano ai suoi comandamenti.

I testi antichi narrano che le lotte intestine si spostarono (o furono originate) sul piano religioso e al tempo di Gesù si potevano contare varie sette: esseni, erodiani, farisei, sadducei, zeloti. Ognuno ad interpretare a suo modo le norme divine, con le proprie scuole e il proprio modo di vivere che si rifletteva in un impegno sociale e politico differenziato. Sfociando nella guerra contro i Romani dove le fazioni finirono con lo scannarsi l’una con l’altra.

Conseguenze perpetue

Per dare un’idea di come la galassia “ebraica” si diversificò nel tempo sfornando continuamente sanguinosi rivali più che amici per la pelle, si ricordi che Gesù discendeva dal patriarca Giuda, ma:

  • Erode, il re della strage degli innocenti, era un idumeo
  • il nome del discepolo traditore di Gesù era Giuda (Iscariota)
  • l’apostolo Paolo, feroce persecutore di cristiani, diceva di essere della tribù di Beniamino, fratello di Giuda.

Poco o niente somiglia a quanto raccontato

Tutto ciò per dire che:

  • gli Israeliani non possono essere gli unici a rappresentare il popolo biblico cui apparteneva Abramo, anzi lo sono anche gli Arabi
  • non vi sono testimonianze che sia mai esistito lo Stato di Israele, mentre invece anticamente vi sono fonti che rappresentano la Giudea e la Palestina come regioni distinte, dove la seconda prevaleva nella sua estensione da nord a sud
  • il famigerato Stato ebraico odierno non ha nulla a che fare con quello biblico e anzi occupa la terra che gli antichi Romani chiamavano Palestina.

Pentimenti e ristori dai dubbi tornaconti

Proponiamo infine una considerazione banalissima: il rispetto con cui viene trattato Israele dal termine della seconda guerra mondiale quanto si concilia con la precedente persecuzione subita dai Giudei per millenni?

Le motivazioni più “sempliciotte” che vengono offerte direbbero che, a seguito dell'Olocausto, tutto l'Occidente ha ritenuto di assicurare un dovuto "ristoro" riparatore assumendo la difesa ad oltranza degli Ebrei nel Mondo. Ma a quale prezzo? Lo abbiamo capito ora, cioè quello di cancellare per sempre la Giudea, ancora presente durante l’impero romano, dalla faccia della terra, sostituendola con un moderno Stato di Israele mai esistito.

Questa mossa è solo l’apice di una continua lotta tra stirpi antiche, in cui la parte calunniata e tormentata è stata sempre la stessa, facilmente individuabile anche tramite l’uso dei termini nel linguaggio collettivo. Avete infatti mai sentito parlar male di un israelita, un beniamita, di un idumeo o di un esseno? No, mentre al contrario la cultura occidentale si è impregnata di significati negativi per giudeo, fariseo e zelota. Erano infatti i Giudei la parte avversa da annientare e perciò furono da sempre sotto gli anatemi del mondo occidentale fino ai massacri ordinati nel '900 – quasi una vendetta finale per la condanna di Gesù da parte del Sinedrio giudaico.

Antiche faide nobiliari

Un tale incessante odio si trova analizzato nei due volumi “Radici cristariane” iniziando dalle invettive di un aspirante papa, il cardinale Cesare Baronio, per terminare con l'ideologia nazista incarnata da Hitler. Quasi due millenni di persecuzione e ghettizzazione sfociata in un genocidio ordito su una trama di azioni estremamente sofisticata. Che iniziò con l’invenzione dei famosi Protocolli dei Savi di Sion, divulgati da intelligenze ariane (con sponsor quali Benjamin Disraeli e Henry Ford) che li usarono per addossare ancora più sospetti sugli avversari di sempre, e che culminarono con l’ideologia nazista.

La questione ebraica perciò è una faccenda di lotte intestine tra antiche famiglie, di cui i moderni discendenti sono perfettamente noti e presenti sulle scene più importanti della storia. E’ da miopi non vedere la coincidenza di modi e intenti tra quelli che inventarono i lager e la seconda guerra mondiale e questi che perpetuano il genocidio palestinese e soffiano sul fuoco della terza guerra mondiale. Le stesse menti che hanno cancellato la Giudea ora stanno eliminando la Palestina riducendola ad una banale “striscia di Ga(r!)za”. Menti pronte a sacrificare l'uomo e la natura per i propri interessi. Elaborando tecnologie sempre più sofisticate sostenute da ideologie perverse in cui "l'altro" è una pedina in una scacchiera a due soli colori: vivi se mi conviene, muori se sei d'intralcio.

Questo è il loro comandamento che rende carta straccia il più famoso “ama il tuo prossimo come te stesso”.